Chi passa in via Franciszkanska a Cracovia, non può non fermarsi anche solo un momento con lo sguardo rivolto a quella finestra. Dietro i vetri, proprio sopra il portale di ingresso della Curia arcivescovile, c’è la foto di Giovanni Paolo II. E di tutte le immagini del Papa santo disseminate in città questa è forse la più eloquente. Perché a quella finestra la ‘presenza’ di papa Wojtyla in qualche modo si ‘avverte’ ancora. Là era solito affacciarsi, invocato dai giovani, durante i ritorni in patria. E c’è chi si aspetta che qualcosa del genere avverrà anche durante la Gmg di luglio, protagonista papa Francesco.
Intanto, di fronte, sull’ampio prato che separa la curia dal convento dei francescani, una scritta a caratteri cubitali e con i colori rossi azzurro e giallo ricorda l’ormai prossimo appuntamento. «Gdm Krakow 2016». Dove Gdm è l’equivalente in polacco di Gmg. Radici e futuro, dunque, della Giornata che più delle altre segna in qualche modo, come ha sottolineato di recente il nunzio apostolico in Polonia, monsignor Celestino Migliore, «il ritorno a casa» di questa grandiosa staffetta della fede. Cracovia, infatti, è stata il laboratorio in cui l’allora cardinale Wojtyla sperimentò e mise a punto quel particolare feeling con i giovani da cui sarebbero fiorite a metà degli anni ’80 le Giornate mondiali. E ora la città si prepara ad accogliere i ragazzi di tutto il mondo nella patria dell’inventore e patrono delle Gmg.
L’attesa è nell’aria. E non solo perché nella centralissima piazza del Rinek, un orologio elettronico, issato sulla facciata della Marianska (la bella chiesa dedicata a Maria) scandisce i minuti e le ore che mancano all’inizio della Gmg 2016. Il clima particolare emerge da tanti dettagli, primo tra tutti la cura quasi maniacale del decoro pubblico. Tanta gente per le strade, moltissimi giovani (Cracovia è uno dei poli universitari più importanti del Paese), ma nemmeno una carta per terra. Traffico ordinato, ampie zone pedonali, giardini pubblici e tanto verde. Su fino alla collina del Wawel meta incessante di turisti e scolaresche in gita.
Per i giovani che arriveranno da tutto il mondo sarà davvero una scoperta quest’angolo di Polonia così diversa da quella che nel 1991, due anni dopo la caduta del muro, accolse nella vicina Czestochowa, la prima Gmg «a due polmoni». Per molti di loro sarà anche la possibilità di conoscere a fondo un gigante della fede come Giovanni Paolo II. Ad attenderli troveranno coetanei profondamente motivati, come quelli che che ogni ultimo giovedì del mese promuovono proprio nella Marianska una partecipatissima adorazione eucaristica. O come i professori delle Università ‘Jagellonica’ e ‘Giovanni Paolo II’, che proprio nei giorni dell’XI anniversario della morte del Pontefice hanno promosso un convegno internazionale sulla storia delle Gmg. Dalla sua finestra il Papa santo sembra guardare tutto con un sorriso benevolo. L’attesa si fa sempre intensa. E l’orologio del Rinek continua a mangiare secondi.
(Articolo di Mimmo Muolo tratto da “Avvenire” – 06.04.2016)