«La misericordia è la forza che rende possibile il perdono; la misericordia è la forza che costruisce il futuro». La testimonianza di Francesco Pirini scuote i ragazzi, e monsignor Miglio non si sottrae alle loro domande. Come ristabilire la giustizia? Quando il perdono è vero? Come convivere con l’odio “di tutti i giorni”? Come costruire un popolo europeo? «Stiamo imparando in questi giorni» – riflette il Vescovo – «che la misericordia non è debolezza. La misericordia è più forte della vendetta e dell’odio, perché è amore che trasforma». Ma esercitare misericordia non è facile: «Il perdono non è un attimo, è un cammino. Perdonare è curare le ferite, e per questo ci vuole tempo». La prima terapia contro l’odio è «saper ridere di noi stessi, scendere dal piedistallo e accettare i nostri limiti». E la seconda è «imparare a guardare e toccare le persone, ad avvicinarci e abbracciarci». Un programma di misericordia molto concreto, quello tracciato dal vescovo di Cagliari: «Si parte dalle opere di misericordia: gesti semplici, alla portata di tutti». L’impegno di una vita misericordiosa si può articolare poi su tre livelli: mettersi a servizio davanti ai problemi del mondo, per esempio con azioni di volontariato; testimoniare con gioia, come Piergiorgio Frassati, lo stile del Vangelo, anche controcorrente rispetto alla cultura del tempo; e sostenere i cuori delusi e affaticati che incontriamo nella vita. «Le opere di misericordia costruiscono una società di misericordia: una società che orienta gli strumenti della giustizia umana in una prospettiva di ricostruzione». E il sogno della misericordia non ha confini: «Settanta anni fa, la violenza diede la spinta a costruire un’Europa unita. Proprio oggi, davanti a gesti terribili che ricordano quei tempi, capiamo che è il tempo di lavorare per costruire non solo un popolo europeo, ma un popolo mondiale». Un popolo che respira l’aria della misericordia.