Si può parlare di Dio con i linguaggi di oggi. Si può presentare la Parola con strumenti di nuovi. Si può affiancare l’emozione alla ragione, la meraviglia al magistero. Lo dimostra la bella iniziativa della Pastorale Giovanile di Ascoli Piceno, che ha inaugurato la Quaresima in Cattedrale con una catechesi artistica dal titolo: “DIECI – L’attesa, la lotta, le nozze”. Tema della catechesi era “Beati i puri di cuore”, una delle beatitudini su cui Papa Francesco ha chiesto di riflettere nel cammino di avvicinamento alla GMG.
I giovani di Ascoli, insieme al Vescovo S.E. Mons. Giovanni D’Ercole, hanno sperimentato una modalità nuova. La cornice dell’incontro era una rappresentazione spettacolare: tra recitazione e danza, musica e proiezioni, un gruppo di ragazze e ragazzi ha drammatizzato la parabola evangelica delle vergini stolte e delle loro compagne sagge. Un momento di vera e propria arte che ha richiesto una preparazione adeguata. La PG diocesana non ha improvvisato nulla, ma ha affidato a una associazione, “La casa di Asterione”, il coordinamento artistico.
Le attrici erano giovani provenienti dai cammini della PG e hanno messo un grandissimo impegno durato più di un mese per preparare l’esibizione. Le dieci vergini della parabola evangelica, col volto coperto e i piedi nudi, hanno atteso l’arrivo dello sposo recitando un lungo monologo a più voci tratto da “Le Beatrici” di Stefano Benni, seguito da una canzone, “Sognando” del Gen Verde, cantata dal vivo da una di loro. Sono cadute in sonno, nell’attesa dello sposo, e mediante la danza è stata rappresentata la lotta tra le sagge e le stolte per la condivisione dell’olio. L’ultima scena descriveva l’arrivo dello sposo, alla vista del quale le cinque sagge hanno scoperto il volto, a significare che l’incontro con Lui dona una identità nuova, e lo hanno seguito verso la cappella del Santissimo.
Tutti erano invitati, anche i ragazzi, che sono diventati parte attiva della rappresentazione alzandosi in piedi e dirigendosi con loro nel luogo dove, a simboleggiare le nozze, è iniziata la parte liturgica e catechetica, nella quale monsignor D’Ercole ha svolto la meditazione sulla purezza di cuore.
C’è stata una grandissima unione tra i temi interpretati prima da un punto di vista artistico e affrontati poi dal punto di vista catechetico. L’integrazione tra arte e parola ha portato quindi a un ascolto attento e coinvolgente da tutti i punti di vista. Nella rappresentazione emergeva il messaggio di una purezza come attesa, preparazione e lotta: il Vescovo è entrato in dialogo con le emozioni suscitate nei giovani dall’arte, partendo dalla vita per spiegare la Parola.
«E’ stata un’esperienza molto felice», ha raccontato don Paolo Sabatini, direttore della PG di Ascoli. «Quest’anno in diocesi stiamo proponendo molti eventi che partono dall’espressione artistica: l’arte avvicina a Dio».
Per questo, anche i prossimi appuntamenti proseguiranno questa sperimentazione: «Nella Veglia delle Palme prenderemo in esame la figura del figliol prodigo e…ci saranno altre sorprese».