Perdono e misericordia in Terra Santa: ai giovani italiani e albanesi raccolti nella parrocchia Swietego Jana oggi è arrivata la testimonianza di monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale di Nazareth, da 56 anni in Terra Santa, durante i quali ha visto tre guerre, tre ribellioni e tre guerre esterne, cui vanno aggiunti alcuni spari verso la sua vettura a un posto di blocco israeliano nel 2001. Mons. Marcuzzo è anche un veterano delle Gmg, “ben 9, tra cui anche la prima, a Roma nel 1985, le altre 4 le ho solo preparate non potendo partecipare” dice quasi scusandosi. E racconta quanto sotto i suoi occhi avviene ogni giorno: “I nostri giovani cristiani palestinesi sono davanti a un dilemma continuo: siamo cristiani e siamo pronti al perdono. Ma come perdonare chi ti prende la casa, ti occupa la terra, chi ti uccide il fratello, i tuoi parenti. Quando vedi che tua madre che con bimbi piccoli è costretta a stare due o tre notti al posto di confine in attesa dei controlli per passare dalla Giordania in Israele? Come perdonare chi mi impedisce di andare a lavorare?”. La risposta, ammette, “non ce l’abbiamo. Di sicuro c’è un atteggiamento di fondo: siamo cristiani e vogliamo testimoniare la nostra fede in modo serio: dobbiamo perdonare”. Ma “perdonare non è dimenticare, è abbandonarsi a Dio”, spiega il vicario rispondendo a un giovane. Perdono e misericordia in Terra Santa ogni giorno si scontrano con una situazione che sembra non avere sbocchi: trovare “soluzioni pratiche” non è facile. Il vescovo punta sulla fede che “è una condizione assoluta del perdono”, anche per i musulmani. “Abbiamo preconcetti e pregiudizi contro di loro. Crediamo che la loro fede sia terrorismo condotto in nome di Allah. Ieri mi sono commosso quando ho visto la bandiera irachena esposta davanti al Papa. In quella bandiera è scritto Allah Akbar, Dio è grande, la stessa espressione che i terroristi utilizzano prima di compiere le loro stragi. Ma è un versetto del Corano meraviglioso usato in modo sbagliato. La fede musulmana contempla e vuole il perdono e coloro che usano la fede per uccidere la sfruttano per la loro ideologia di morte. Non è fede è ideologia. Senza fede è difficile perdonare”.
(Daniele Rocchi)