Chi ha partecipato alla GMG sa che ogni momento può essere un “punto di svolta”. Durante il gemellaggio e la Settimana si vivono emozioni di intensità stra-ordinaria. Basta una parola o uno sguardo, una celebrazione, un gesto: qualcosa che accade alla GMG può “smuovere” qualcosa dentro, far affiorare vecchi ricordi, suscitare nuove domande. In quei momenti, può capitare che un giovane desideri confrontarsi con qualcuno, un sacerdote o un educatore, comunque una figura autorevole, su quello che ha nel cuore. E non esistono risposte già scritte: non ci sono ricette, consigli sempre validi. Ogni persona, ogni situazione è unica e irripetibile. Chi ha il dono di ricevere una confidenza può fare una sola cosa: mettersi al fianco, camminare insieme. Accompagnare.
Alla “Fiera della GMG”, il laboratorio per accompagnatori spirituali sarà guidato dalla professoressa Antonia Chiara Scardicchio, ricercatrice e docente di Pedagogia Sperimentale presso l’Università di Foggia. La professoressa Scardicchio ha imparato ad affiancare le passioni dei giovani senza dimenticare le proprie: si descrive “appassionata di Magritte e Bateson, Feyerabend, Rodari e Jovanotti, teatro ed arti performative, Zavattini e Costruttivismo, patatine fritte e Neuroscienze”. Ha al suo attivo circa 40 pubblicazioni (“alcune leggere e alcune pesanti”) e quando è triste legge “Calvino, don Tonino Bello, Erri De Luca e certi libri per bambini. Oppure il discorso di Paolo VI in chiusura del Concilio Vaticano II”. Nel 2015 ha fondato, insieme a Edizioni La Meridiana, una scuola tutta particolare: la HOPESCHOOL, “un miscuglio di bizzarìa e speranza: entrambe scientificamente fondate”. Qui la speranza non si insegna, perché non è possibile; ma, strano paradosso, la si può imparare.
I lavori del laboratorio saranno mossi dall’idea che ciascuno è un miracolo: un “miracolo comune”, secondo la definizione di una straordinaria poesia di Wislawa Szymborska. Spesso, però, capita di vedere giovani – specialmente in questo tempo di crisi – già rassegnati in partenza, incapaci di vedere il bene nella propria vita e intorno a sé. Ecco allora che “accompagnare” è aiutare a vedere la Speranza: quella speranza che non è attesa passiva, ma “parente stretta del realismo” (don Tonino Bello). La speranza che avvia processi, che invita a mettersi in movimento per costruire qualcosa di bello e di buono, di “normalmente” rivoluzionario. Per tanti giovani, questo primo passo sulla strada della Speranza, spesso, capita proprio nel percorso della GMG.
Anche il laboratorio della professoressa Scardicchio, come le altre attività della “Fiera”, durerà per l’intera giornata di sabato 21 maggio e sarà condotto con modalità interattive e dinamiche. Non si tratterà dunque di relazioni frontali, ma i momenti di esposizione saranno arricchiti e completati da tempi di confronto e dibattito.