“Mi pare che il Giubileo dei ragazzi abbia consegnato delle belle provocazioni agli educatori”. Ne è convinto don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) della Cei, all’indomani dell’evento che, nei giorni scorsi, ha radunato a Roma decine di migliaia di ragazzi e ragazze. Facendo per il Sir un bilancio del Giubileo dei ragazzi, Falabretti sottolinea che “il Papa è stato un grande protagonista di ciò che è accaduto. Non perché ha portato l’attenzione su di sé, ma esattamente per la ragione opposta: perché è andato ripetutamente incontro ai ragazzi”. “Questa – prosegue – è la vera novità da raccogliere: un Papa che ascolta e consiglia, che invita alla festa senza demonizzare il mondo e la cultura contemporanea, che invita i ragazzi a non aver paura delle cadute e a ‘stare in piedi, a testa alta’”. “Mentre il Papa pronunciava queste parole al termine della Messa di domenica 24 e i ragazzi hanno applaudito convinti”, rivela il responsabile del Snpg, “io, insieme a tutti gli altri educatori, mi sono sentito provocato”. “Perché – osserva – non lo so se siamo davvero capaci di lasciarci provocare da questi ragazzi come ha fatto Papa Francesco. Non lo so se ce la facciamo a lasciare che i pensieri e le parole di questi ragazzi si trasformino nella capacità di cambiare il cuore, di avere fiducia nella vita e nelle persone, nella creatività di trovare pazienza e linguaggi per annunciare ancora e bene il Vangelo”. Per Falabretti, “i ragazzi sono tornati a casa cambiati, ne sono sicuro”. E, conclude, “vorrei sperare che i loro educatori siano arrivati a casa con loro portando la convinzione che, se ne abbiamo voglia, questi ragazzi possiamo incontrarli ancora”.
(tratto da AgenSIR, 26/04/2016.)