Per trovare la strada del perdono ci vuole il navigatore. E un buon motore: un cuore misericordioso. È partito da qui il vescovo Nazzareno Marconi nella sua catechesi ai giovani toscani nella parrocchia di Zmartwychwstania, periferia sud di Cracovia. Marconi, 58 anni, originario di Città di Castello in Umbria, biblista, da due anni è vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia. Marconi ha preso le mosse dalle domande emerse da una intensa buzz session dei ragazzi riuniti in piccoli gruppi.
«Quella del perdono è una strada complicata», per questo è d’obbligo un «navigatore». La prima indicazione ce la dà sant’Ignazio: l’anima funziona come il corpo, ha bisogno di allenamento. Da qui la necessità dei suoi Esercizi. Anche per saper perdonare. Gli esempi di Marconi sono molto vicini alla vita dei ragazzi. Ad esempio, la fidanzata che si vede sgraffignare il fidanzato dall’amica… «Noi – spiega Marconi – immediatamente vediamo tutto nella prospettiva del dolore, della delusione, della rabbia». Esercitarsi significa uscire da se stessi e guardare il mondo con gli occhi dell’altro, fino a poter dire, con Gesù: «Non sanno quello che fanno».
E per chiedere perdono? Forse ancora più complicato. Non più guardare con gli occhi altrui, ma guardarsi, ossia «guardare con misericordia il nostro limite, la nostra fragilità, senza scoraggiarsi, perché Dio ci ama così come siamo». Ma anche dopo aver chiesto perdono la strada non è finita e il navigatore ci mette in guardia dal rimorso: «Il rimorso può distruggere, perché fatto di superbia e orgoglio. Occorre lottare contro il rimorso accettando di essere perdonati». Di fronte al male commesso, Pietro e Giuda incarnano due atteggiamenti opposti. Pietro offre le sue lacrime e accetta di farsi perdonare; Giuda, troppo orgoglioso, viene distrutto dal suo rimorso. Consiglio finale: «Affidatevi al Signore e fatevi condurre da lui». Al termine, la celebrazione eucaristica è stata presieduta da monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia.
(Umberto Folena)
