Lo hanno atteso tutta la notte. Stamattina Papa Francesco è tornato ad infiammare il cuore del milione e seicentomila giovani (la stima è degli organizzatori) presenti a Campus Misericordiae. Prima delle nove, in anticipo sul programma, era già a benedire una delle due opere segno che rimarranno come eredità della Gmg per la diocesi di Cracovia: una casa diurna per anziani. Poi ha visto di nuovo levarsi quelle stesse mani che durante la veglia si erano strette a formare ponti di fraternità. Un lungo giro tra i giovani in festa lo ha portato di nuovo fino al palco.
Come è stato per Zaccheo, ha detto il Papa nell’omelia, l’incontro con Gesù può cambiare la vita di ciascuno di noi, ma come lui dobbiamo affrontare tre ostacoli.
Il primo ostacolo, ha detto Francesco, è quello del “non accettarsi, vivere scontenti e pensare in negativo, mentre Dio ci ama così come siamo, e nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà cambiare idea. Egli fa sempre il tifo per noi come il più irriducibile dei tifosi, perché siamo sempre i suoi figli amati”.
Il secondo ostacolo sulla via dell’incontro con Gesù è la vergogna paralizzante. “Davanti a Gesù – ha continuato – non si può rimanere seduti in attesa con le braccia conserte”, ma occorre “mettersi in gioco, perché la vita non va chiusa in un cassetto: non lasciatevi anestetizzare l’anima, ma puntate al traguardo dell’amore bello, che richiede anche la rinuncia, e un no forte al doping del successo ad ogni costo e alla droga del pensare solo a sé e ai propri comodi”.
Il terzo ostacolo, di Zaccheo e nostro, è quello della folla mormorante: “potranno ridere di voi, perché credete nella forza mite e umile della misericordia. Non abbiate timore, ma pensate alle parole di questi giorni: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
“Non fermatevi alla superficie delle cose e diffidate delle liturgie mondane dell’apparire, dal maquillage dell’anima per sembrare migliori”. Poi, con un linguaggio ben comprensibile ai giovani, si è raccomandato di installare “bene la connessione più stabile, quella di un cuore che vede e trasmette il bene senza stancarsi”.
“Potranno giudicarvi dei sognatori, – ha insistito – perché credete in una nuova umanità. Non scoraggiatevi: col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana”.
La Gmg, ha concluso Francesco, comincia oggi e continua domani, a casa, perché è lì che Gesù vuole incontrarti d’ora in poi. La memoria di Dio “non è un disco rigido che registra e archivia tutti i nostri dati, ma un cuore tenero di compassione. Il suo Vangelo sia il tuo navigatore sulle strade della vita!”