“Dov’è Dio, se nel mondo c’è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch’essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov’è Dio, di fronte all’inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell’anima?” Papa Francesco dà voce ai dubbi e alle domande che si agitano nei cuori di tutti, anche dei ragazzi arrivati a Cracovia e che venerdì 29 luglio si sono ritrovati in 800.000 nel Parco di Blonia per la Via Crucis, uno degli eventi centrali di questa Gmg. E senza giri di parole, risponde: “esistono domande per le quali non ci sono risposte umane. La risposta di Gesù è questa: “Dio è in loro”, Gesù è in loro, soffre in loro, profondamente identificato con ciascuno”. “Abbracciando il legno della croce, Gesù – spiega il pontefice – abbraccia la nudità e la fame, la sete e la solitudine, il dolore e la morte degli uomini e delle donne di tutti i tempi”. Questa sera, aggiunge, “Gesù, e noi insieme a Lui, abbraccia con speciale amore i nostri fratelli siriani, fuggiti dalla guerra”. Noi, ricorda Francesco, “siamo chiamati a servire Gesù crocifisso in ogni persona emarginata, a toccare la sua carne benedetta in chi è escluso, ha fame, ha sete, è nudo, carcerato, ammalato, disoccupato, perseguitato, profugo, migrante”. Perché è lì che “troviamo il nostro Dio, lì tocchiamo il Signore”. Ed è proprio “nell’accoglienza dell’emarginato che è ferito nel corpo, e nell’accoglienza del peccatore che è ferito nell’anima, si gioca la nostra credibilità come cristiani”.