“Cosa succede quando perdiamo qualcosa di veramente importante? Di sicuro lo cerchiamo e non abbiamo pace finché non lo troviamo… tutto questo perché ha un legame con la nostra persona, la nostra storia, ha un valore affettivo… ecco: riflettiamo su quali sono le cose per noi talmente preziose da meritare tutto il nostro impegno, la nostra attenzione, il nostro cuore”. Si è aperta con questa sollecitazione – a partire dalle parabole evangeliche del Buon Pastore e della donna e la dracma – la catechesi di monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano e delegato alla pastorale giovanile nell’ambito della Conferenza episcopale lombarda. Troppo piccola la chiesa di Niegowic per accogliere tutti i giovani delle diocesi di Como, Lodi, Pavia e Vigevano che hanno seguito la sua riflessione: anche il sagrato e i giardini tutto intorno hanno accolto i giovani, per la catechesi prima, le confessioni e la celebrazione della Santa Messa poi. Pensieri provocatori quelli di monsignor Gervasoni, il quale ha sottolineato come per Dio siano “preziose anche quelle persone che la gente giudica male… perché a essere prezioso è il cuore dell’uomo, che sempre può comprendere i propri errori e sempre può convertirsi. È la provocazione dell’amore – ha detto ancora Gervasoni -: trovare chi si era perso per riportarlo a casa”. Particolarmente significativa, dopo il tempo lasciato alla riflessione personale e alla possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione, la seconda parte della catechesi, con il presule impegnato a rispondere ad alcune domande lasciate dai giovani in un cestino ai piedi dell’altare. Tanti gli interrogativi su come seguire i propri sogni e ideali, ma anche su come vivere il perdono in questi tempi segnati dall’odio, dall’intolleranza, dal terrorismo. Monsignor Gervasoni ha risposto citando Anna Arendt e la “banalità del male”. “L’abisso del male attraversa la nostra vita e confina con l’abisso della fede. Noi siamo stati abbracciati da un amore grande: Dio ha messo nelle nostre mani il dono prezioso della misericordia, nonostante le nostre fragilità”. Un compito grande, che chiede scelte coraggiose. Come quella che abita nell’anima della giovane che ha scritto al vescovo Maurizio: “Cosa fai quando sei a un passo da Gesù?”. “Che fare? – ha risposto monsignor Gervasoni -. Sei già a buon punto. Tu ascolta Gesù: lascia tutto. Vieni e seguimi. Il resto ti sarà dato in abbondanza”.
(Enrica Lattanzi)