“La crudeltà non è finita in Auschwitz e Birkenau, e oggi, oggi, oggi si tortura la gente”. Papa Francesco si affaccia alla finestra dell’arcivescovado di via Franciskanska e, in italiano, racconta della sua visita al campo di sterminio. “Quanto dolore, quanta crudeltà: ma è possibile che noi uomini, creati a somiglianza di Dio, siamo capaci di fare queste cose?”, domanda il pontefice sottolineando che anche nel nostro tempo “tanti prigionieri sono torturati per farli parlare” e “ci sono uomini e donne nelle carceri, affollate, che vivono come animali”. “Abbiamo visto la crudeltà di settanta anni fa, come morivano fucilati o impiccati o col gas, e anche oggi in tanti posti del mondo dove c’è la guerra succede lo stesso”. Eppure, ricorda, “Gesù è venuto a portare sulle sue spalle questa realtà”. E così invita a pregare “per tutti i Gesù che oggi sono nel mondo, affamati, assetati, dubbiosi, ammalati, quelli che sentono il peso di tanti dubbi e colpe, soffrono tanto”. “Preghiamo –continua – per tanti malati bambini innocenti, che portano la croce, e preghiamo per tanti uomini e donne che oggi sono torturati in tanti paesi del mondo, per i carcerati che sono ammucchiati come se fossero animali”. Il papa non nasconde che tutto questo “è triste”, ma “è la realtà”. Una realtà che “Gesù ha portato su di sé, anche il nostro peccato”. “Tutti qui – conclude – siamo peccatori, tutti abbiamo il peso dei nostri peccati, non so se qualcuno non si sente peccatore alzi la mano… tutti! Lui ci ama, peccatori ma figli di Dio”.