La Gmg? Un’occasione propizia per contrastare una mentalità “contraria all’uomo e al desiderio di bene che ognuno porta iscritto in sé”. Ne è convinto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, per il quale “questi giorni di incontro e di riflessione, di preghiera e di festa” possono davvero rappresentare un antidoto alla paura. “Sono tanti i motivi di dolore e di preoccupazione che incontriamo attorno a noi: un circolo di violenza e di follia omicida tenta di avvolgere lo spazio pubblico e di trascinare in basso, nel timore e nella tristezza, la convivenza umana”, ha osservato sottolineando che tutto ciò “rischia di alimentare la diffidenza e dar vita a un individualismo ancora più esasperato, che non può che spegnere la felicità di ognuno”.
Proprio come diceva qualche giorno fa Papa Francesco nel darci appuntamento a Cracovia, invece, “vogliamo che questa Gmg diventi motivo per offrire al mondo un nuovo segno di armonia, un mosaico di volti diversi, di tante razze, lingue, popoli e culture, ma tutti uniti nel nome di Gesù, che è il Volto della Misericordia”.
Nell’omelia della messa celebrata nella Chiesa di San Bernardo da Siena, a pochi passi da Casa Italia, il vescovo ha esortato quindi tutti “a contribuire positivamente alla costruzione di un mondo realmente solidale e di un bene comune fruibile da tutti, che non lasci indietro nessun essere umano, ma riconosca in ognuno un riflesso dell’amore del Creatore”.
“Come si può – si è chiesto in conclusione – elevare la propria mente a Dio e chiudere il cuore dinanzi a chi è profugo e perseguitato?”.