“Non un eterno vagare, senza meta e senza origine, e nemmeno un inconcludente presente: la vita è una freccia scoccata verso l’eternità”. Il cardinale di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, guarda in faccia i ragazzi radunati nella chiesa dei Bernardini, a pochi passi da Casa Italia, e li invita a prendere il mano il timone della loro esistenza. “Fate della vostra vita un capolavoro”, scandisce Bassetti ricordando l’esortazione di san Giovanni Paolo II, che viene sottolineata da un applauso scrosciante. “Le cose migliori stanno davanti a noi, ogni momento è un passo di avvicinamento e per questo non va vivacchiato, come diceva Piergiorgio Frassati”, osserva il cardinale che chiede ai giovani di “impegnarsi per gli altri e non stare ripiegati su se stessi”. “Questo è il momento giusto, quello propizio da vivere con intensità”, ribadisce Bassetti che, in un dialogo che alterna aneddoti personali, confidenze (“Sono sempre un po’ imbarazzato – ammette – perché in queste situazioni mi chiedo sempre non cosa dire, ma come dirlo”) e domande dei ragazzi, dà indicazioni semplici, dirette, consigli pratici per scoccare la freccia della vita. La strada da seguire è quella delle opere di misericordia, che sono il cuore del Vangelo: “non sprecare, vivere l’essenziale, andare a visitare i carcerati, ospitare i forestieri come ci continua a ripetere papa Francesco, vestire le nudità”. L’arcivescovo di Perugia fa una pausa, poi chiarisce: “la società e noi stessi spogliamo gli altri quando puntiamo il dito contro l’altro”. A quelle corporali si aggiungono le opere spirituali, concrete anch’esse. “Fai di tutto – continua Bassetti – perché il tuo fratello non sbagli, consola gli afflitti tenendo presente che la consolazione non è fatta di parole, prega per i vivi e per i morti perché la preghiera è il più grande atto di carità che si possa fare”. L’ultima raccomandazione è “pregare, leggere il Vangelo e stare vicino ai sacramenti, specialmente l’eucaristia domenicale che non va snobbata”. “Vi succederà – assicura – qualcosa di meraviglioso”. Come già raccontano i volti e gli occhi di questi giovani.
(Stefania Careddu)