Una seconda casa

IMG_7760Giovanna, 17 anni – anzi quasi 18 come tiene a precisare lei -, è arrivata in Polonia con un gruppo della sua diocesi, quella di Tursi-Lagonegro, una decina di giorni fa. Hanno deciso di fermarsi a Lodz per le giornate nelle diocesi e sono stati ospitati da tante famiglie che sono diventate una seconda casa per tutti loro.

“Per farci stare comodi – racconta Giovanna – ci hanno lasciato le loro stanze, i loro letti e sono andati a dormire in un seminterrato. Questa è stata la prima lezione che abbiamo imparato: ‘quando si accoglie, bisogna sacrificarsi'”.

A Lodz i ragazzi della Basilicata hanno incontrato i loro coetanei polacchi e anche un gruppo di ucraini e con loro hanno condiviso la preghiera, la meditazione giornaliera e i momenti di divertimento e svago. “Parlavamo tutti un inglese poco comprensibile e alla fine ci siamo capiti a gesti, ma era chiaro che il nostro modo di vedere la fede era lo stesso”.

Gerardo, 22 anni, seminarista, è rimasto colpito dal fatto che “i ragazzi più giovani si trovano a vivere oggi un rinnovamento storico al cui centro hanno messo Gesù, sono molto credenti e fieri della loro fede”. In questi giorni hanno pregato tutti insieme e, nonostante le lingue diverse, sono rimasti uniti in un solo nome. Oltre a ‘buongiorno’, i ragazzi di Tursi hanno imparato anche a fare il segno della croce in lingua polacca.

Non è mancata una serata di animazione e divertimento in cui ogni gruppo ha cucinato e preparato canti e danze legati alla loro cultura. “Noi abbiamo fatto cantare a tutti ‘Volare’ – dice Gerardo con orgoglio – e abbiamo coinvolto i polacchi e gli ucraini in una pizzica e in una tarantella”. Alla fine tutti insieme hanno intonato l’inno della GMG che, con il ritmo ucraino, è diventato una base perfetta per un flash-mob internazionale.

Insomma, un gemellaggio fatto di scambio, incontri, sorrisi e accoglienza.  “Ci siamo sentiti in famiglia – racconta ancora Giovanna – e abbiamo incontrato dei fratelli, delle sorelle e delle seconde mamme e papà che ci hanno coccolato, ci hanno comprato regali, ci hanno lavato i vestiti, dato da mangiare”.

Al momento della partenza, il gruppo italiano ha voluto esprimere gratitudine e affetto. “Abbiamo preparato una ciambella al cioccolato per tutti e abbiamo lasciato loro una lettera per ringraziarli di averci accolto e averci mostrato i valori fondamentali della famiglia cristiana perché famiglia è dove il cuore trova sempre una casa” – conclude Giovanna e i suoi occhi esprimono tutto l’entusiasmo della sua età e dell’esperienza felice appena vissuta.

 

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