LA SETTIMA STANZA; Italia, Francia, Polonia, Ungheria 1995, 120’;
Genere: Drammatico, Storico;
Regia di: Márta Mészáros.
Il titolo del film è legato all ’immagine di santa Teresa d’Avila con cui descrive il percorso ideale dell ’anima composto da sette dimore o sette stanze. A ogni passaggio l’anima si purifica e acquisisce una maturità che la rende più forte e più capace di desiderare il Bene. Nel film i passaggi sono simboleggiati da porte che si aprono e che si chiudono. La cinepresa spesso indugia su cancelli, finestre e ostacoli che sembrano separare il mondo interiore da quello esteriore.
La storia di Edith Stein è così letta nel film come un percorso di santità attraverso la vicenda storica del nazismo che ha segnato la vita di molti uomini e donne. L’ultima stanza, quella che dischiude all ’incontro con l’Altissimo, coincide, nel film, con la tragica camera a gas, il luogo della morte più abbietto ed “efficace”, in cui suor Teresa Benedetta entra accompagnata dalla fede e dall ’intelligenza che hanno contrassegnato il suo cammino e che a noi ha lasciato in eredità perpetua.